Cos’è l’Unione Europea (dove si afferma che la politica europea è politica interna e non politica estera)
« E’ Bruxelles che ce lo chiede » è diventato un mantra sempre più utilizzato per giustificare politiche impopolari e richieste di sacrifici sociali e personali. E senza la prospettiva concreta che tali sacrifici producano risultati positivi se non quello di allontanarsi qualche metro dal « baratro » del collasso finanziario.
Per di più l’eurocrazia (la burocrazia di Bruxelles) è anche sovente accusata di produrre norme incomprensibili e di mettere vincoli e obblighi ingiustificati.
Prevale ormai una percezione dell’UE a una dimensione che ci fa perdere di vista gli obiettivi di progresso economico, sociale, ambientale e culturale che stanno alla base dell’Unione. E, soprattutto per l’Italia, il fatto che senza il motore dell’integrazione e senza le tutele europee, il nostro Paese sarebbe già scoppiato economicamente, finanziariamente, socialmente e ambientalmente da anni.
L’ Unione Europea è la forma di organizzazione istituzionale, politica e giuridica, che riunisce i territori di 28 stati europei e oltre mezzo miliardo di cittadini. Semplificando, è uno dei tre livelli di governo di un territorio europeo, accanto a quello locale/regionale e regionale/nazionale.
L’ UE può essere definita una Federazione Sovranazionale (cfr. saggio di Armin von Bogdandy) per la sua peculiare struttura di relazioni tra livelli territoriali di governo e di potere.
L’ UE non è infatti un’organizzazione internazionale, come l’ONU o l’OCSE o come il Consiglio d’Europa (che è formato da 47 stati europei per la tutela dei diritti umani e democratici e con sede a Strasburgo, e che non va confuso con l’UE e le sue istituzioni) perché l’Unione ha una struttura di tipo statale con diverse istituzioni che esercitano il potere legislativo, esecutivo e giurisdizionale. Ma non è (ancora) uno stato federale compiuto, come gli Stati Uniti, perché alcune politiche strategiche tipiche delle organizzazioni statuali, come quelle del tesoro e del bilancio, della fiscalità, della politica estera e di difesa, sono ancora esercitate prevalentemente a livello di stato nazionale e non all’interno del sistema di rapporti politici e istituzionali comunitari.
E’ il caso del bilancio dell’UE che rappresenta circa l’1% del PIL europeo a fronte di un bilancio federale statunitense che supera il 20% del proprio PIL. O di una politica estera e di difesa che è ancora la somma parziale di 28 politiche nazionali e non la sintesi di una politica di sistema a livello europeo.
Ma vi sono politiche che hanno una dimensione esclusivamente o prevalentemente europea come quella ambientale e la lotta al cambiamento climatico, il mercato interno (libera circolazione di persone, beni, servizi e capitali), la concorrenza (disciplina degli aiuti di stato e prevenzione delle posizioni dominanti di mercato), la regolamentazione del commercio internazionale, la politica agricola e della pesca, le reti transeuropee e ovviamente la politica monetaria e il coordinamento europeo delle politiche nazionali macroeconomiche, di bilancio e fiscali.
E altre politiche che sono condivise tra l’UE e gli Stati membri, con diversi gradi integrazione a livello comunitario in base al principio della sussidiarietà, come la coesione territoriale, l’occupazione e la politica sociale, l’istruzione e la formazione, le politiche giovanili e lo sport, la cultura, la sanità pubblica e la protezione dei consumatori, la protezione civile, l’industria, il turismo, la ricerca e l’innovazione, l’energia, la cooperazione internazionale e gli aiuti umanitari.